Perché puntare sulla moda sostenibile
Made in Italy
Il Made in Italy è un vero e proprio brand: in tutto il mondo da oltre mezzo secolo è sinonimo di qualità, cura artigianale, stile e creatività. Ambasciatori del Made in Italy sono molti settori della nostra economia, primi fra tutti l’alimentare, il design e sì, anche la moda.
Lo scenario attuale, diviso tra timori economici, sociali e sanitari, chiede ai consumatori di sostenere il Made in Italy negli acquisti e chiede anche alle aziende di scegliere fornitori italiani. Nel campo della moda, è certamente facile scegliere tra le numerosissime proposte italiane, ma puntare sullo shopping locale non basta.
Oggi in modo ancora più urgente che in passato è necessario valutare l’impatto ambientale e sociale e orientarsi verso una moda sostenibile Made in Italy.
Il settore moda italiano è in grado di puntare su un vero cambiamento e offrire modelli positivi in fatto di sostenibilità, in primis tutela dell’ambiente e delle persone?
Ci sono segnali incoraggianti. Se fino a 4-5 anni fa la moda sostenibile Made in Italy era una rarità, oggi si assiste ad un certo fermento: nascono nuove imprese del tessile, abbigliamento e accessori impegnate su questo fronte, mentre brand già esistenti imboccano la via della sostenibilità – ma attenzione al greenwashing, ovvero a un impegno solo di facciata.
Tra le imprese nate negli ultimi anni e fondate sui valori della sostenibilità fin dagli esordi – spesso si tratta di micro o piccole imprese, ma con tanto entusiasmo, voglia e capacità di crescere – ci sono anche CasaGIN e La mia Maglietta.
Agli albori della moda sostenibile Made in Italy, CasaGIN ha saputo guardare lontano e gettare le basi per un solido sviluppo. Dalla passione di una donna per il disegno e la pittura è nato invece l’eshop di La mia Maglietta.
Moda sostenibile Made in Italy al 100%: “Volevamo creare un prodotto buono per le persone e per l’ambiente, lo abbiamo cercato in tutto il mondo e l’abbiamo trovato sotto casa”.

Inizia così il racconto di Daniela Prandin, CEO di CasaGIN, azienda fondata nel 2017 e produttrice di abbigliamento intimo e da casa. Il brand è molto fiero della propria italianità che comprende tutta la filiera, dalla filatura alla tessitura, fino al confezionamento dei capi.
“In Italia – spiega Daniela – abbiamo delle eccellenze nella produzione di tessuti sostenibili e innovativi. Esistono poi tantissimi laboratori che, partiti con l’affermarsi della moda italiana, oltre 50 anni fa, hanno acquisito grande competenza nella confezione di capi conto terzi, a cui magari hanno affiancato nel tempo un marchio proprio. Con lo sviluppo del fast fashion e con la delocalizzazione della produzione e degli acquisti in Paesi esteri più convenienti, questi laboratori si sono trovati in grande difficoltà, hanno dovuto tagliare il personale e oggi si salvano solo perché sono piccoli e a conduzione familiare”.

La storia è nota:
molti comparti della nostra economia rischiano di perdere quella competenza di tanti artigiani che sanno lavorare bene e vogliono realizzare prodotti fatti bene.
CasaGIN è andata a cercare queste eccellenze e la sua forza è stata proprio quella di mettere nelle mani di questi lavoratori i migliori tessuti sostenibili italiani, esportati in tutto il mondo. Il team di CasaGIN ha lavorato e lavora insieme ai propri fornitori per sviluppare capi sostenibili, ben realizzati tecnicamente e innovativi. Tutto questo, con un occhio attento alla sostenibilità economica.
Continua Daniela: “Non volevamo posizionarci nella sfera del lusso, bensì offrire prodotti a prezzi accessibili e fatti bene, confortevoli e durevoli. Ci siamo riusciti proprio grazie alle risorse produttive che abbiamo coinvolto qui in Italia: tintorie, tessiture e laboratori di confezione che puntano a migliorarsi costantemente e sono fieri di contribuire a una produzione eccellente. In fondo, il Made in Italy è apprezzato proprio per l’eccellenza. Sono anche aziende che fanno grandi passi avanti nella sostenibilità, ad esempio ricavando energia dai pannelli solari, riciclando acqua nel caso delle tintorie, riducendo l’uso di sostanze nocive e affrontando il percorso delle certificazioni. Abbiamo ad esempio un fornitore locale di jersey di cotone biologico certificato GOTS e sappiamo quante risorse ci sono volute per raggiungere questa certificazione!”



CasaGIN vende in Italia attraverso il proprio e-commerce e in molti negozi di prodotti biologici e per il benessere. Se è vero che per il consumatore è difficile capire esattamente cosa sta acquistando, cosa c’è dietro al prodotto che ha in mano, quando indossa un capo di CasaGIN è facile fidelizzarlo. Forte del successo nostrano, il brand ha iniziato da poco a percorrere in punta di piedi i mercati esteri, consapevole di esportare un pezzetto di eccellenza italiana.
Ispirazione artistica e artigianalità: come nelle botteghe di un tempo ma con uno sguardo verso l’innovazione

In punta di piedi Nancy Marchini è invece arrivata a creare il brand La mia Maglietta dalla sua innata passione per la pittura e oggi vende t-shirt e felpe con stampe e decori interamente fatte da lei.
Nel suo caso, non è stato possibile acquistare i capi da personalizzare in Italia. Spiega Nancy: “Compro le maglie in Bangladesh con la certificazione Fair Wear Foundation che promuove la moda etica e punta alla tutela dei lavoratori di tutta la filiera del capo d’abbigliamento. Vorrei trovare un fornitore qui in Italia, ma richiedendo bassi quantitativi, il costo è troppo elevato e non posso vendere i miei capi a prezzi fuori mercato. Spero di riuscirci in futuro, sarò orgogliosa di poter dire di avere una produzione 100% italiana!”
La moda sostenibile Made in Italy di Nancy incarna perfettamente il concetto di artigianalità: parte da un disegno, lo digitalizza, effettua delle prove di stampa per renderlo al meglio e tarare i colori con la sua stampante digitale e con inchiostri a base acqua. Se poi il progetto prevede aggiunta di colore a mano, cucitura di decori o altro, Nancy impugna il pennello o si siede alla macchina da cucire e completa il capo. Ogni maglia è numerata e riprodotta in edizione limitata, come un’opera d’arte.
“In fondo una t-shirt è una tela in movimento, il manifesto dell’uomo moderno che vuole dire qualcosa di sé. Ogni disegno racconta una storia e un’emozione. Molti capi vengono realizzati su richiesta del cliente e in questo modo entro nella vita delle altre persone, ascolto le loro storie per arrivare a una sintesi da indossare”.
Quella di La mia Maglietta è dunque una moda lenta, completamente diversa dai canoni del fast fashion. Per fare questo tipo di prodotti ci vuole tempo, progettualità e manualità; d’altra parte, sono capi fatti per durare nel tempo. È questo un concetto che aggiunge valore alla moda sostenibile Made in Italy, evoca le botteghe artigiane della tradizione capaci però di rinnovarsi, punta più sull’espressione della propria creatività che non sulla moda del momento, mira all’eccellenza.
Conclude Nancy: “Le mie sono t-shirt basiche e allo stesso tempo versatili: si possono indossare con i jeans ma anche in contesti più classici”. E questo, proprio grazie al valore intrinseco che la moda sostenibile Made in Italy possiede.



Il valore di un capo d’abbigliamento o di un accessorio è più importante del prezzo. Ma è anche più importante del brand.
Un’affermazione forte ma necessaria. Perché è importante spostarsi dall’apparenza alla sostanza. La moda sostenibile Made in Italy, ha dimostrato di saper offrire prodotti belli, fatti bene e con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Talmente buono che spesso all’estero è necessario alzare i prezzi nostrani per non svalutare il prodotto.
Il consumatore sa cosa acquista? La moda ha sempre puntato su estetica, immagine e prestigio ma qualcosa sta cambiando. In un anno, dal settembre 2019 al settembre 2020, le ricerche su Google.it legate alla moda eco-friendly sono cresciute del 20%, Lombardia in testa. E il dato mondiale ci dice che sono addirittura raddoppiate!
È aumentata anche la propensione all’acquisto di beni italiani, preferiti dall’82% dei nostri connazionali – secondo il sondaggio realizzato da swg e area studi legacoop lo scorso aprile – preoccupati per la difficile situazione legata a Covid-19 e desiderosi di sostenere l’economia del nostro Paese.
In questo scenario, è importante più che mai creare consapevolezza nei consumatori: i brand della moda sostenibile Made in Italy devono parlare ai consumatori, comunicare i loro valori e i valori dei loro prodotti. Oggi che la sostenibilità da costo è diventata un’opportunità, il consumatore vuole informarsi e le aziende devono investire tempo e risorse nella comunicazione.